Nel 2022, la disponibilità media annuale di acqua è stata appena oltre i 220 mm, segnando una diminuzione di oltre il 50% rispetto alla media registrata nel periodo 1951-2022 e raggiungendo, così, il punto più basso di sempre. A questo bisogna aggiungere il progressivo aumento degli eventi estremi legati all’acqua: nel periodo 2010-2021 si sono verificati 486 allagamenti e 134 esondazioni fluviali, che hanno interessato 602 comuni.
Questi numeri danno un’idea di come l’Italia non sia assolutamente immune dalle conseguenze di un tema di portata globale come quello del cambiamento climatico. Le modifiche al ciclo dell’acqua, negli ultimi anni, sono forse l’esempio più lampante e concreto di come si riveli sempre più urgente attuare politiche di adattamento coerenti con i cambiamenti in corso, al fine di continuare a garantire adeguati livelli di accesso ad una risorsa ancora presente in abbondanza nel nostro Paese.
Avere acqua, però, non vuol dire solo avere ingenti risorse idriche, ma vuol dire anche avere acqua nella quantità necessaria e nel momento in cui serve. In altre parole, metti da parte per quando servirà. Si tratta di un cambio di mentalità con un ritorno al passato, trasformando la pioggia in una risorsa e soprattutto il problema delle alluvioni in un’opportunità, raccogliendo e stoccando l’acqua piovana per un suo uso differito nel tempo, proprio come facevano i nostri bisnonni.
L’acqua potabile è oggi generalmente utilizzata in grandi quantità anche per usi che non richiedono una qualità così elevata per i quali sarebbe possibile usare fonti alternative. L’acqua piovana è, generalmente, relativamente pulita e la sua qualità è sufficiente per molte applicazioni con pochi trattamenti; inoltre, ha una salinità bassa e può essere riutilizzata per diverse applicazioni in cui è richiesta acqua dolce come per il bucato, o nei processi industriali.
Un passo nella direzione del recupero delle acque meteoriche è stato fatto con il Decreto Siccità (Decreto legge del 14 aprile 2023, n. 39) che ha introdotto importanti cambiamenti nel settore dell’edilizia, rendendo più semplice la realizzazione di vasche di raccolta delle acque piovane. Il Decreto però prevede l’impiego delle acque raccolte solo in agricoltura. L’estensione delle prescrizioni del Decreto Siccità anche ad altri usi consentirebbe di contenere la domanda di acqua potabile.