L’impatto dell’uomo sull’ecosistema sta guadagnando sempre più rapidamente l’attenzione di governi, opinione pubblica e mercato. Gestire la “variabile ambiente” è diventata oggi una priorità non solo morale, ma anche economica e normativa. Le certificazioni ambientali sono tra gli strumenti a disposizione delle aziende per affrontare questa nuova sfida.
Attualmente, le forme di certificazione ambientale a disposizione delle aziende possono distinguersi essenzialmente in due grandi filoni:
Alcune certificazioni sono volontarie, altre obbligatorie: la scelta di quale certificazione sia più adatta alla propria realtà produttiva è strettamente legata, oltre che a precise richieste normative, a chiare decisioni strategiche aziendali.
Il principale obbligo normativo riguardante le certificazioni ambientali nei possibili mercati di sbocco dell’edilizia industrializzata in calcestruzzo è oggi contenuto nel DM 11 ottobre 2017 “Affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”, più noto come CAM Edilizia.
Tale atto normativo prevede, se specificatamente richiesto dal capitolato d'appalto, l’obbligo di una certificazione del sistema di gestione ambientale per l’appaltatore che partecipa ad un appalto pubblico. Con la certificazione del sistema di gestione ambientale un'azienda comunica ai propri stakeholders che tutti i processi interni, dalla produzione alla gestione dei servizi per il personale, vengono svolti in maniera ecosostenibile e in un’ottica di miglioramento del rapporto tra uomo e ambiente. Esempi di certificazione del sistema di gestione ambientale sono la Registrazione EMAS o la certificazione ISO 14001.
Per quanto riguarda invece le certificazioni di prodotto, ai prodotti prefabbricati è richiesta la sola certificazione riguardante il contenuto di materiale riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto.
Se la certificazione del sistema di gestione ambientale riguarda i processi aziendali a 360 gradi, la certificazione di prodotto riguarda invece la singola linea di prodotto.
I principi-guida fondamentali per una corretta comunicazione ambientale relativa ai prodotti sono contenuti nelle norme ISO della serie 14020, le quali prevedono tre differenti categorie di certificazioni:
Il CAM Edilizia attualmente in vigore prevede le seguenti modalità di verifica:
Le modalità di certificazione ammesse come verifica del criterio ambientale, pur assolvendo alla medesima funzione, differiscono tra loro per le modalità ed i tempi di rilascio da parte dell’organismo di valutazione della conformità, nonché per i costi di ottenimento e di mantenimento della certificazione stessa.
Mentre la certificazione basata sulla norma ISO 14021 contiene solo l’informazione necessaria a soddisfare il criterio ambientale stabilito nel CAM Edilizia, e pertanto risulta generalmente essere caratterizzata da costi e tempi inferiori, le altre due modalità di certificazione elencate nel Decreto contengono una serie di altre informazioni sull’impatto ambientale del prodotto cui si riferiscono.
Scegliere come operare una scelta tra le varie certificazioni disponibili costituisce oggi un importante capitolo nella strategia aziendale di breve-medio termine. L’attuale contesto normativo nazionale ed internazionale, in costante fermento ed evoluzione, si è ormai definitivamente orientato verso una trasformazione del sistema produttivo da intensivo e non sostenibile dal punto di vista dell’impiego delle risorse, a un modello che ha invece nella sostenibilità il proprio punto di forza. L’obiettivo di questa transizione è quello di realizzare un processo di cambiamento, un rilancio dell’economia e dei settori produttivi all’interno di un quadro delineato e ben definito che metta al centro la tutela e il rispetto dell’ambiente.
La certificazione basata sulla ISO 14021 è una risposta puntuale ad una specifica richiesta normativa, mentre le altre tipologie di certificazione ammesse dal CAM per la certificazione del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto, oltre al soddisfacimento dell’obbligo normativo, forniscono ulteriori informazioni a carattere ambientale.
L’analisi del ciclo di vita fornisce, ad esempio, la possibilità di individuare le fasi produttive meno performanti e di applicare eventuali misure correttive, ottimizzando in tal modo la produzione. Una certificazione con più indicatori ambientali consente inoltre all’utilizzatore di operare una selezione tra possibili diversi fornitori comparando gli impatti ambientali dei diversi prodotti. Ultimo, ma non per minor importanza, una certificazione a più ampio spettro contribuisce a rafforzare il brand aziendale e ad aumentarne il riconoscimento sul mercato. Al contempo, una certificazione di prodotto basata sull’analisi del ciclo di vita ha valenza anche all’interno delle certificazioni di sostenibilità degli edifici (ad esempio Leed, Breeam, Itaca, …) e delle infrastrutture (Envision).
Se il panorama legislativo internazionale spinge oggi attivamente verso la sostenibilità, inserire nelle proprie strategie di business una scelta ponderata tra le certificazioni disponibili è un imperativo attuale anche nel settore dell’edilizia industrializzata. Nonostante ad oggi il CAM Edilizia costituisca il principale obbligo normativo per i produttori di manufatti prefabbricati in calcestruzzo, infatti, la transizione ecologica in atto potrebbe spingere le aziende verso altre tipologie di certificazione, con risvolti reputazionali, tecnologici ed economici di rilievo.
La scelta finale dovrà contemplare, oltre ovviamente a tempi e costi legati alle differenti certificazioni, un’analisi accurata del mercato attuale e delle prospettive per il futuro.
La strada non è una sola, può e deve essere costruita su misura.
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