“Il calcestruzzo non esiste, esistono i calcestruzzi, prodotti e soluzioni diverse, in fase di costante evoluzione tecnologica” ed anche il settore della prefabbricazione in calcestruzzo armato è parte di questa evoluzione. L’intervento dell’Ing. Ronchetti di ASSOBETON, in occasione del seminario svoltosi all’interno della sezione InCalcestruzzo della fiera SAIE 2021, ci ha riportato i casi di alcune aziende associate che, nell’ambito delle loro attività produttive, stanno implementando con successo pratiche di sostenibilità. Queste aziende hanno dimostrato che la produzione dei prefabbricati in calcestruzzo può prevedere pratiche virtuose come un uso consapevole delle risorse idriche, la produzione e il consumo di energia da fonti rinnovabili, il recupero e il riuso di residui di produzione come sottoprodotti.
Il recupero di acqua attraverso il riutilizzo delle acque di processo (derivanti da pratiche quali il lavaggio di impianti e attrezzature, il lavaggio dei manufatti ed altre lavorazioni di finitura, la separazione delle componenti solide e liquide del calcestruzzo rimasto nell’impianto, etc) e la raccolta e l’uso di acque meteoriche, che consente la riduzione del consumo di acqua potabile, può avvenire con differenti modalità.
Truzzi SpA, ad esempio, pratica il riutilizzo integrale delle acque di lavaggio dei mezzi con il duplice obbiettivo di annullare i consumi di energia elettrica per la filtrazione dell’acqua e di eliminare la produzione di rifiuti derivanti dal processo di filtrazione. Il sistema accorcia il ciclo di utilizzo della frazione liquida, impiegando l’acqua risultante dal Beton Wash direttamente per la produzione del calcestruzzo, con la conseguente eliminazione delle fasi di filtrazione e stoccaggio dell’acqua pulita. Rilevando in modo continuo la densità dell’acqua di recupero, inoltre, Truzzi è in grado di adeguare il mix di calcestruzzo ad ogni ciclo di impasto, ottimizzando i consumi (norma UNI EN 1008).
MC Prefabbricati SpA, con il suo nuovo impianto per il riciclo delle acque provenienti dalla lavorazione dei pannelli in calcestruzzo e marmo, prodotti dall’azienda, è un altro caso di utilizzo consapevole delle risorse idriche. I reflui derivanti dalle operazioni di levigatura, spazzolatura e bocciardatura dei pannelli vengono raccolti e convogliati verso l’impianto di chiarificazione delle acque e di disidratazione dei fanghi. L’acqua pulita viene poi inviata alle centrali di betonaggio o utilizzata nel processo di finitura dei pannelli di tamponamento, mentre i fanghi depositati, una volta disidratati, vengono opportunamente smaltiti. Il dimensionamento dell’impianto è stato verificato per garantire il trattamento in ciclo continuo di 1.500 lt/minuto di acqua di processo.
Tra gli obbiettivi del comparto anche il passaggio dall’utilizzo delle fonti fossili a quelle rinnovabili nella produzione di energia per alimentare i propri impianti produttivi, con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale, i consumi e i costi energetici. L’impianto fotovoltaico installato da Xella sulla copertura dello stabilimento di Atelia, ad esempio, occupa un’area di circa 5.000 mq e consente la copertura del 60-65% del fabbisogno energetico delle attività produttive dell’azienda, con un risparmio di CO2 stimato in 865.760 kg/anno.
Un altro aspetto presidiato è il recupero di residui di produzione, che nasce dall’esigenza di praticare un utilizzo più efficiente delle risorse naturali, sostituite con materie riciclate o sottoprodotti, riducendo inoltre la quantità di rifiuti conferiti in discarica. Le procedure di recupero degli sfridi di produzione di Esse Solai prevedono, ad esempio, il riutilizzo del materiale cementizio come sottoprodotto nella produzione di lastre tralicciate e comportano una minore richiesta di risorse vergini, l’eliminazione dello smaltimento dei rifiuti presso le discariche e la riduzione delle emissioni dovute alle operazioni di trasporto dei materiali.
Ultimo esempio presentato è un progetto di simbiosi industriale, realizzato in Val d’Elsa da Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Confindustria Toscana Sud e Fondimpresa. L’iniziativa, che coinvolge UNIBLOC, consentirà di riutilizzare i residui dei settori delle fonderie e delle vetrerie nella produzione di manufatti in calcestruzzo. Lo studio delle filiere produttive, per l’individuazione di scarti riutilizzabili da altri settori, è stato a carico della Fondazione Monte dei Paschi, mentre la fase di formazione del personale delle aziende coinvolte e il supporto alle aziende nell’implementazione dei processi e nella preparazione dei documenti è stato finanziato grazie a Fondimpresa.
Il processo produttivo della prefabbricazione in calcestruzzo, già orientato all’ottimizzazione, con conseguente risparmio di materiale e scarti ridotti, può dare un contributo crescente in ottica di sostenibilità del mondo delle costruzioni. I casi citati nel seminario sono solo una parte delle iniziative che si stanno attivando, i cui benefici vanno ad aggiungersi alle caratteristiche intrinseche dei prodotti sul mercato quali durabilità (calcestruzzi ad alta resistenza, produzione e maturazione controllate, etc…), disassemblabilità e possibilità di riutilizzo, ma anche efficienza energetica, resistenza al fuoco e prestazioni acustiche degli edifici realizzati con prodotti prefabbricati in calcestruzzo.
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