Protocollo MIT Sindacati: inopportuna e irregolare l’esclusione dei datori di lavoro
18/02/2021
Assobeton

11 dicembre 2020: viene siglato un protocollo per accelerare i cantieri delle opere “commissariate”.

21 gennaio 2021: un’integrazione estende lo stesso protocollo ai cantieri individuati dal PNRR.

Tempi brevissimi per lo standard italiano, ma come si è riusciti a mettere d’accordo tutte le parti interessate in così poco tempo? Semplicemente non coinvolgendo tutte le parti interessate.

Questo quanto è successo con il Protocollo d’Intesa sottoscritto l’11 dicembre dall’allora Ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli e dai vertici dei sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil. Un accordo che apre la strada all’applicazione di quel “contratto unico di cantiere” che è il cavallo di battaglia dei sindacati da più di qualche anno.

In poco più di un mese (mentre alle varie normative “sblocca-cantieri” manca ancora la promulgazione di circa 40 decreti ministeriali attuativi per renderle operative) le parti, ovvero solo MIT e sindacati, hanno concordato che gli impegni contenuti nello Schema di Accordo Sindacale, di cui all’allegato 1 del Protocollo, si applicheranno anche agli interventi infrastrutturali individuati o comunque riferiti al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Secondo De Micheli “Questo accordo delinea un sistema di regole, fissa una cornice di legalità e offre una spinta significativa anche all’aumento dell’occupazione. Perché un’opera pubblica sia realmente utile alle persone deve essere realizzata secondo i migliori standard esecutivi e questo obiettivo può essere raggiunto soltanto nel pieno rispetto dei lavoratori e dei loro diritti”.

Secondo i sindacati firmatari “Si tratta di un accordo davvero innovativo e che ha il merito di consentire la consegna in tempi più brevi di opere strategiche, ... Tra i provvedimenti contemplati dal testo segnaliamo la possibilità di ricorrere al lavoro a turni, su 24 ore, avvicendato, notturno ma senza straordinari, controlli più rigidi sulle imprese coinvolte, comprese quelle in subappalto, un giro di vite sulla sicurezza nei cantieri e una maggiore formazione dei lavoratori, grazie anche agli Enti bilaterali. Il Protocollo prevede inoltre l’obbligo di applicare il contratto nazionale dell’edilizia, per contrastare il dumping contrattuale, e l’introduzione di un sistema di verifica sulla forza lavoro occupata...”

E tutte le altre parti formalmente coinvolte nei cantieri?

La preoccupazione è forte, ma soprattutto è diffusa la convinzione dell’inopportunità e dell’irregolarità di un accordo firmato senza, tra gli altri, la partecipazione dei datori di lavoro. Diversi poi i punti critici rilevati, con passaggi in contrasto con i riferimenti normativi espressamente citati nel testo e una superflua e reiterata riproposizione di obblighi e responsabilità già chiaramente individuati e attribuiti in precedenza.

Ci preme sottolineare che, anche in assenza dell’accordo in questione, le imprese sono già solite operare nella piena legalità e nel rispetto delle regole, oltre ovviamente secondo i migliori standard possibili. Per non tralasciare il fatto che in un cantiere entrano non solo le imprese edili, ma anche imprese specialistiche e super specialistiche che applicano contratti nazionali di lavoro diversi voluti e sottoscritti dagli stessi e altri sindacati.

Spiace dover constatare come l’accordo non abbia trovato da parte delle organizzazioni datoriali, Confindustria in primis, la necessaria pubblicizzazione e le doverose manifestazioni di forte dissenso, ma si auspica la realizzazione in tempi brevi di un’integrazione, alla cui redazione siano invitate tutte le parti in causa. Anche perché, come ha commentato il Presidente ASSOBETON Giorgio Ferrarini, “il PNRR non è stato ancora discusso o approvato da nessuno, però l’ex Ministra ha già posto dei vincoli a quella libertà contrattuale che DA SEMPRE è stata riconosciuta quale perno fondamentale della corretta politica di gestione dei rapporti tra le parti sociali”.